Per quanto riguarda l’alimentazione e l’approccio che si ha alla nutrizione, siamo certi di due cose: la prima, è l’importanza di essere seguiti da una figura specializzata; la seconda, è che non esiste una formula che vada bene per tutti, per ogni esigenza e per ogni periodo della vita.
Tra le tante possibilità, c’è anche il digiuno intermittente: ma di cosa si tratta nello specifico?
Vediamolo nell’articolo di oggi.
Cos’è il digiuno intermittente e a cosa serve
Il digiuno intermittente è un approccio alimentare che alterna periodi di digiuno a periodi di alimentazione, e che può avere diverse modalità di esecuzione – anche chiamati “schemi”.
A differenza di una dieta tradizionale, che si concentra principalmente su cosa mangiare e spesso su una quantità molto precisa di porzioni per macronutrienti, il digiuno intermittente si focalizza su quando mangiare.
Questa pratica può avere diversi benefici per la salute, come la perdita di peso, la riduzione del grasso corporeo e il miglioramento di alcuni parametri come il colesterolo e la glicemia.
Naturalmente, prima di iniziare il digiuno intermittente, è fondamentale consultare un medico o un nutrizionista per valutare la propria salute e stabilire il modo di agire più adatto per il singolo caso in esame.
Scegliere di provare il digiuno intermittente senza supervisione medica potrebbe innescare reazioni e complicazioni pericolose.
Le modalità di digiuno intermittente
Quindi, con il digiuno intermittente si smette semplicemente di mangiare in determinati momenti del giorno?
Non proprio: come accennavamo prima, esistono diverse modalità di digiuno intermittente.
Tre delle più conosciute e utilizzate sono:
- Schema 16/8: prevede un digiuno di 16 ore, seguito da un periodo di alimentazione di 8 ore. Molti preferiscono prolungare il digiuno notturno evitando la colazione e lo spuntino di metà mattina.
- Schema 5/2: consiste nel mangiare normalmente per 5 giorni alla settimana e limitare l’apporto calorico a 500-600 kcal per gli altri 2 giorni.
- Digiuno a giorni alterni: prevede un giorno di digiuno seguito da un giorno di alimentazione normale.
Qualsiasi sia lo schema scelto, è importante bere molta acqua durante i periodi di digiuno per mantenere l’idratazione sempre a livelli ottimali.
Pro e contro del digiuno intermittente
Studiato ormai da molti anni, il digiuno intermittente mostra diversi vantaggi.
Il primo e forse più immediatamente comprensibile è la perdita di peso e riduzione del grasso corporeo: può essere efficace nel promuovere la perdita di peso e la riduzione del grasso addominale.
Non solo, però: supporta anche il miglioramento della salute metabolica, contribuendo a ridurre i livelli di colesterolo LDL, trigliceridi e glicemia e migliorando così la salute cardiovascolare.
Come ogni cosa, neanche questo metodo è perfetto, e sono da considerare anche i possibili effetti collaterali per fare una scelta informata. Il digiuno intermittente può causare sintomi come debolezza, fame, mal di testa, svenimenti o disidratazione, soprattutto nelle fasi iniziali.
Inoltre, per alcune persone, il digiuno intermittente potrebbe portare a un comportamento alimentare rigido, con il rischio di sviluppare disturbi come la nevrosi da digiuno o favorire il ripresentarsi di DCA.
Come pratica, potrebbe non essere adatto per bambini, persone anziane, donne in gravidanza o allattamento, e persone con alcune patologie come diabete di tipo 1, ipoglicemia, disturbi alimentari o problemi renali.
In conclusione, il digiuno intermittente può essere un approccio interessante per migliorare la salute e il benessere, ma deve essere adattato alle esigenze individuali e praticato in modo consapevole e sostenibile.
Ne avevate mai sentito parlare o lo avete mai provato?
